ARDHA BADDHA PADMOTTANASANA - DEL MOMENTO PRESENTE E DELL' EQUANIMITA'
- Fabio - My Personal Yoga
- 23 apr 2017
- Tempo di lettura: 2 min

tratto da "Hari Yoga" di M. Mandrino
Le posizioni di equilibrio in piedi sono fondamentali per comprendere lo stato mentale in cui ci si trova in un certo momento. Quando la mente è attraversata da un continuo flusso di pensieri l'equilibrio fisico è difficile da ottenere. Per riuscirci è necessario essere totalmente vigili e connessi al momento presente.
Le posizioni di equilibrio come Ardha Baddha Padmottanasana rappresentano principalmente un metodo ed una tecnica per ritrovare insieme all'equilibrio fisico anche quello mentale, regalando a chi le pratica costantemente un senso di calma interiore.
Il senso di equilibrio è intimamente legato all'equanimità, ovvero all'accettare il momento presente per ciò che è, senza etichettarlo con nessuna qualità positiva o negativa. L'opposto è il pensiero compulsivo legato al desiderio costante di cambiamento e all'eterna ricerca di qualcosa.
Tale desiderio è quello che rende l'essere umano prigioniero ed è riscontrabile sia sotto forma di piccoli e continui disagi (troppo caldo, troppo freddo, sete, fame, posto scomodo...), sia sotto forma di pensieri e piani a lungo termine (il lavoro non è quello giusto, gli amici non capiscono nulla, i figli sbagliano sempre...).
L'equanimità è legata all'accettazione del presente ma non è da confondere con la passività. Il senso equanime si può vivere nel pieno dell'azione solo se si tratta di un'azione non prodotta dal flusso mentale, ma influenzata dal flusso della vita. Si può essere equanimi evitando la reazione ma non l'azione. L'accettazione è un atto di coraggio, la passività un atto di paura.
Accettare non significa subire a tutti i costi ma, davanti ad una ingiustizia, significa sviluppare la consapevolezza del turbine interno che essa ci suscita e la conseguente capacità di rispondere non attraverso una reazione (che crea solo altra ingiustizia), ma attraverso l'equanimità e l'accettazione.
Avere come punto di partenza l'accettazione aumenta la probabilità di rispondere con una azione giusta e non violenta. L'accettazione è dunque l'esatto contrario della passività.
Il senso di "mai abbastanza" o di "troppo" permea anche la falsa spiritualità. Lo stesso desiderio che nel mondo si esprime nella ricerca di potere e soldi nella spiritualità si lega alla ricerca spasmodica di nuove esperienze e informazioni. L'equanimità non si vive cercando di raggiungere la consapevolezza, ma piuttosto nel comprendere il motivo per cui stiamo resistendo alla consapevolezza stessa. L'equanimità è fondamentale per gli altri tre brahmavihara buddhisti: senza di essa non possiamo avere una benevolenza autentica, una compassione autentica, una gioia compartecipe autentica perchè senza l' upekkha si è parziali e reattivi. La pratica di upekkha, l'equanimità, richiede una continua attenzione ai propri pensieri, parole ed azioni.
Osservare quando questi sgorgano spontanei in connessione col presente o quando invece sono legati a fenomeni reattivi basati sulla nostra idea del "giusto", aiuta il nostro percorso.