VASISTHASANA - DONARE LA PROPRIA PRATICA
- Fabio - My Personal Yoga
- 30 giu 2017
- Tempo di lettura: 1 min

Il corpo e' un tempio e gli asana sono le preghiere. Cosi scriveva Iyengar.
Da qualche mese sento il bisogno di dare un valore diverso alla mia pratica, che spesso dedico, oltre che a me stesso, anche alle persone a me vicine che devono superare momenti di difficoltà o affrontare sfide importanti per la loro vita. L'intenzione che mi guida e' donare loro quella speciale energia che lo yogi sente dentro di se quando pratica e la serenità che lo avvolge dopo la pratica stessa. E a volte penso che tutto ciò sia davvero come una preghiera, diversa da come siamo abituati a considerarla con la nostra educazione religiosa.
Pratico gli asana con devozione, come espressione esteriore dei moti interiori dell'anima, allineando non solo il corpo ma anche lo spirito. Gli asana diventano una offerta allo Spirito, al Se'. E ogni asana diventa una preghiera diversa. Il corpo si muove, in silenzio e con riverenza, da una posizione all'altra in modo che la sensazione sia quella di una offerta sacra. La pratica diventa una danza spirituale, un'offerta di Se' al Se', un'apertura consapevole verso realtà superiori.
Una preghiera che rivolgo a Ganesha, il Distruttore degli ostacoli, il Propiziatore di ogni azione intrapresa.
Om Gam Ganapataye Namah